Oggi ricorre l’anniversario della fucilazione dei fratelli Cervi.
I fratelli Cervi erano 7 giovani partigiani che facevano parte di una famiglia contadina dell’Emilia Romagna.
Quando vennero giustiziati, il maggiore, Gelindo, aveva 42 anni, il minore, Ettore 22.
Furono coinvolti attivamente nella lotta contro il regime fascista e l’occupazione nazista in Italia, vennero catturati dalle forze tedesche il 10 dicembre del 1943.
Furono processati e condannati a morte tramite fucilazione.
L’esecuzione avvenne il 28 dicembre 1943 nella località di Reggio Emilia ad opera dei nazisti.
Il loro sacrificio divenne simbolo della resistenza antifascista e patriottica italiana.
La loro morte contribuì ad ispirare e unificare la resistenza italiana contro il regime fascista e l’occupazione nazista.
A loro furono dedicati libri, canzoni, spettacoli teatrali ed un film.
La loro storia, grazie anche all’autobiografia paterna tradotta in molte lingue, rimane uno degli elementi più emblematici della resistenza italiana.
La mamma, Genoveffa Cocconi, morì di dolore poco dopo la loro fucilazione.
Di seguito l’epigrafe dettata in sua memoria da Piero Calamandrei:
LA MADRE
Quando la sera tornavano dai campi
sette figli ed otto col padre
il suo sorriso attendeva sull’uscio
per annunciare che il desco era pronto
ma quando in un unico sparo
caddero in sette dinanzi a quel muro
la madre disse
non vi rimprovero o figli
d’avermi dato tanto dolore
l’avete fatto per un’idea
perché mai più nel mondo altre madri
debban soffrire la stessa mia pena
ma che ci faccio qui sulla soglia
se più la sera non tornerete
il padre è forte e rincuora i nipoti
dopo un raccolto ne viene un altro
ma io sono soltanto una mamma
o figli cari
vengo con voi.
ELO