Insieme a Robin Williams, voglio ricordare una giovane e nobile anima italiana che, come Robin Williams, era troppo sensibile per sopportare le brutture e l’orrore della gente.
Simone Cattaneo, giovane poeta italiano anche lui morto suicida all’età di 35 anni, l’11 settembre del 2009 tormentato dalla condizione immutabile e spaventosa dell’Italia che nessuno vuole guardare in faccia.
Un’Italia di macerie sociali ed esistenziali che politici senza scrupoli sfruttano per aumentare il consenso popolare.
La stessa Italia che spinge un poeta a tormentarsi a tal punto da trovare come unica soluzione quel salto nel vuoto che a voler guardare bene, non risulta neanche del tutto ingiustificato.
Il testo che mi appresto a trascrivere è tratto da Peace&love e tratta uno degli argomenti caldi ancora oggi:
GLI IMMIGRATI
” Arrivano stranieri bramosi di niente dagli altri continenti,
mi auguro non si integrino ma sgozzino i nostri ragazzi,
violentino le nostre donne chiuse in chiese, palestre e discoteche,
mi ammazzino per primo sarà un piacere, basta sorrisi avvizziti al gin,
sconfinamenti nei campi magnetici, non mi interessa se
la statica si equivalga alla dinamica, è giunta l’ora che i
rottami privi di sesso dai dialetti strani: albanesi, criminali o
calabresi brucino questa nuova Milano di Averna e cambiali, nessuna visione metaprospettica,
vivono in macchine abbandonate in balìa del gelo,
torce di immondizia, corpi vivi ma già in avanzato stato
di decomposizione.
Milano ti amo dalla ’ndrangheta al Cenacolo Vinciano
ma sentire una vecchia canzone alla radio e poi ringiovanire
di dieci anni non serve a nulla, è un saldo di fine stagione
dieci Tavor da un mg e due litri di vino bianco non fanno più la
differenza è solo un vapore che ti assale alle spalle:
è un verde chiaro lo sfondo di questo giorno”.
Simone Cattaneo