Nummeri di Trilussa

– Conterò poco, è vero: – diceva l’Uno ar Zero – ma tu che vali? Gnente: propio gnente. Sia ne l’azzione come ner pensiero rimani un coso voto e inconcrudente. lo, invece, se me metto a capofila de cinque zeri tale e quale a te, lo sai quanto divento? Centomila. È questione de nummeri. A un dipresso è quello che succede ar dittatore che cresce de potenza e de valore più so’ li zeri che je vanno appresso.”

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MEMORIA by Natalia Ginzburg

La poesia che segue questa mia riflessione è stupenda. Le parole sottendono un amore vero, o per lo meno: l’Amore come lo intendo io. Sottendono abbandono all’altro/a, bisogno dell’altro/a per sentirsi completi, un sentimento incondizionato. L’amore vero, a mio avviso, è sapere di avere al fianco una persona che non muoverà mai un dito, una frase, una sillaba o persino una smorfia col viso contro di te. E non perché tu sia perfetto ma perché il suo amore non glielo permetterebbe, perché il suo amore è sempre lì vigile a…

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La mia anima ha fretta di Mário de Andrade

Ho contato i miei anni ed ho scoperto che ho meno tempo da vivere da ora in avanti, rispetto a quanto ho vissuto finora… Mi sento come quel bimbo cui regalano un pacchetto di dolci: i primi li mangia con piacere, ma quando si accorge che gliene rimangono pochi, comincia a gustarli intensamente. Non ho più tempo per riunioni interminabili, in cui si discutono statuti, leggi, procedimenti e regolamenti interni, sapendo che alla fine non si concluderà nulla. Non ho più tempo per sopportare persone assurde che, oltre che per…

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Prodigio di Charles Simić

Sono cresciuto chino su una scacchiera. Amavo la parola scaccomatto. Il che sembrava impensierire i miei cugini. Era piccola la casa, accanto a un cimitero romano. I suoi vetri tremavano per via di carri armati e caccia. Fu un professore di astronomia in pensione che m’insegnò a giocare. L’anno, probabilmente, il ’44. Lo smalto dei pezzi che usavamo, quelli neri, era quasi del tutto scrostato. Il re bianco andò perduto, dovemmo sostituirlo. Mi hanno detto, ma non credo che sia vero, che quell’estate vidi gente impiccata ai pali del telefono. Ricordo…

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Gli amici di Eraclito di Charles Simić

Il tuo amico è morto, quello con cui giravi per le strade a tutte le ore, parlando di filosofia. Perciò, oggi sei andato solo, fermandoti spesso per scambiarti di posto con il tuo compagno immaginario, e ribattere a te stesso sul tema delle apparenze: il mondo che vediamo nella testa e il mondo che vediamo ogni giorno, così difficili da distinguere quando dolore e sofferenza ci piegano. Voi due spesso vi siete fatti trascinare tanto da trovarvi in quartieri strani persi tra gente ostile, costretti a chiedere indicazioni proprio sul…

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Continuare a vivere di Philip Larkin

Continuare a vivere – cioè ripetere un’abitudine che serve a procacciarsi il necessario – vuol dire quasi sempre perdere, o far senza. Dipende. Questa perdita d’interesse, capelli, e iniziativa ah, se il gioco fosse poker, sì, uno potrebbe scartarli, e fare full! Invece è scacchi. E una volta che hai percorso la lunghezza della tua mente, ciò su cui hai il controllo è chiaro come una bolla di carico: nient’altro, per te, devi pensare che esista. E qual è il vantaggio? Soltanto che, col tempo, ci sembra di riconoscere la…

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Il fiume e l’oceano di Khalil Gibran

“Dicono che prima di entrare in mare Il fiume trema di paura. A guardare indietro tutto il cammino che ha percorso, i vertici, le montagne, il lungo e tortuoso cammino che ha aperto attraverso giungle e villaggi. E vede di fronte a sé un oceano così grande che a entrare in lui può solo sparire per sempre. Ma non c’è altro modo. Il fiume non può tornare indietro. Nessuno può tornare indietro. Tornare indietro è impossibile nell’esistenza. Il fiume deve accettare la sua natura e entrare nell’oceano. Solo entrando nell’oceano…

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Sia questo il verso di Philip Larkin

“Mamma e papà ti fottono. Magari non lo fanno apposta, ma lo fanno. Ti riempiono di tutte le colpe che hanno e ne aggiungono qualcuna in più, giusto per te. Ma sono stati fottuti a loro volta da imbecilli con cappello e cappotto all’antica, che per metà del tempo facevano moine e per l’altra metà si prendevano alla gola. L’uomo passa all’uomo la pena. Che si fa sempre più profonda, come un’insenatura. Togliti di mezzo, dunque, prima che puoi e non avere figli tuoi.”

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“A te che stai leggendo”

A te che stai leggendo questa pagina:regalo una rosa…perchè tu possa sentirne il profumo dolce ed estivo,per ammirarne il colore unico e perfetto,per capire che le spine ci sonoma basta saperle maneggiare per farle essere innocue,per scoprirne il cuore prezioso,perchè i petali possano accarezzarti e spingere via la tristezza ed il gelo,qualunque cosa ti stia capitando…per farti compagnia, come fece il Piccolo Principe,Ti regalo una rosa perchèio stesso avrei bisogno di qualcuno che mi lasci scoprire tutto questo.Perchè a volte mi capita di essere giù,e pensare che ho ancora la…

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All’Italia di Giacomo Leopardi

“O patria mia, vedo le mura e gli archiE le colonne e i simulacri e l’ermeTorri degli avi nostri,Ma la la gloria non vedo,Non vedo il lauro e il ferro ond’eran carchiI nostri padri antichi. Or fatta inermeNuda la fronte e nudo il petto mostri,Oimè quante ferite,Che lívidor, che sangue! Oh qual ti veggio,Formesissima donna!Io chiedo al cielo e al mondo: dite dite;Chi la ridusse a tale? E questo è peggio,Che di catene ha carche ambe le braccia,Sì che sparte le chiome e senza veloSiede in terra negletta e sconsolata,Nascondendo…

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