Personalmente sono convinto che, come ci vuole la patente di guida per guidare l’automobile o l’abilitazione per fare una qualsiasi attività, a maggior ragione dovrebbe volerci una selezione rigida ed un esame per permettere ad una coppia di fare un figlio. Ovviamente lo stesso discorso vale per le donne single che utilizzano l’inseminazione artificiale e per qualsiasi altro modo si possa escogitare per mettere al mondo un essere umano.
Sono altresì convinto dell’importanza di un Ente Sovranazionale, anzi planetario, che possa pianificare le nascite, ovviamente mantenendo la pluralità delle razze ma in maniera controllata e non come gli animali anche se fino ad oggi l’umanità si è sviluppata esattamente così.
Costantemente si parla di immigrazione e dei problemi che i flussi migratori comportano. A prescindere dalle guerre, dai regimi, dalle carestie, la maggior parte di quella gente non doveva nascere. Questo è il vero problema, bisogna bloccare le nascite.
Purtroppo il mercato ed il capitalismo si basano su una crescita continua della ricchezza e perché questo avvenga devono aumentare i consumatori, da qui la libertà a chicchessìa di figliare e la politica inclusiva portata avanti da decenni soprattutto dall’occidente.
Forse soltanto adesso, e lo dico a vent’anni dall’attentato alle Torri Gemelle, si comincia a prendere coscienza che non solo non si è riusciti ad esportare il modello “democratico”/libero mercato/consumismo/capitalismo ma sta emergendo con vigore la cruda realtà che le risorse del pianeta non sono infinite e non possono sopportare una popolazione che si avvia di gran corsa a raggiungere i 9/9,5 miliardi di esseri umani nel 2050.
Eppure ancora oggi ci sono Stati che incentivano le nascite, e non parlo del Burundi o del Burkina Faso, ma della Cina, ad esempio, che con i suoi 1.442.187.200 abitanti ha appena lanciato un programma di incentivi a chi sforna il terzo figlio e nel contempo sgravi di carico scolastico, in termini di compiti a casa e doposcuola sempre per la nascita del terzo genito, quindi una società più popolosa e più ignorante, l’importante è che consumi.
Da sempre sono convinto che fare un figlio sia un atto di estremo egoismo, ovviamente parlo da ateo perché per un credente già questa premessa è impossibile da accettare ma il problema in quel caso nasce ancora prima: “perché una persona è credente a prescindere dalla religione?”
Ma fermiamoci a coloro che hanno almeno quel briciolo di lucidità da non essere credenti.
La domanda è:” perché vuoi un figlio?” Sei in grado di gestirlo? Di indirizzarlo per la sua via? di mantenerlo? di garantire anche economicamente la possibilità di inseguire i suoi sogni? sogni che magari non realizzerà mai, ma non perché tu non hai la possibilità di farglieli realizzare ma perché probabilmente ha deciso lui di non inseguirli più. Sei capace di sostenerlo anche se vuole percorrere delle vie che non condividi? Sei capace di non indirizzarlo su quelle vie dove tu hai trovato il fallimento? Ebbene se ti sei posto in coscienza tutte queste domande e pensi di avere quella sensibilità e maturità che possano permettere al nuovo essere di svilupparsi in armonia con la sua anima allora sia benedetta la tua scelta ma in tutti gli altri casi ci si dovrebbe astenere e se non si è in grado di farlo devono pensarci le Istituzioni e la società tutta ad impedirlo. Perché quale può essere l’avvenire di un nascituro i cui genitori o la società non sono in grado di garantire quanto sopra descritto? Quale futuro può esserci per una società che aumenta in maniera indiscriminata i suoi componenti? Quali saranno le fasce che avranno il sopravvento? Non saranno forse le fasce più deboli? E non solo economicamente ma anche intellettualmente, moralmente, e oserei dire più in generale: geneticamente. Quindi come sarà la società futura? Non sarà forse una elevazione all’ennesima potenza di quello a cui stiamo già assistendo ad esempio qui in Italia con una percentuale di analfabeti funzionali di oltre il 70%? Ed allora mi chiedo quale futuro può esserci per tale società?
Nietzsche in maniera molto più elegante, raffinata ed idealista a tal proposito ha scritto:
Del figlio e del matrimonio
……. Come uno scandaglio getto questa domanda nella tua anima per sapere quanto è profonda.
Sei giovane e desideri un figlio e il matrimonio. Ma io ti chiedo: sei un uomo cui è lecito desiderare un figlio? Sei tu il vincitore, il dominatore di te stesso, il padrone dei tuoi sensi, il signore delle tue virtù?
O nel tuo desiderio parla l’animale o la necessità? O l’isolamento? O l’insoddisfazione di te stesso?
Voglio che a bramare un figlio siano la tua vittoria e la tua libertà. Ma prima devi essere eretto tu squadrato nel corpo e nell’anima devi trascenderti…..
Matrimonio: così si chiami la volontà in due, la volontà di creare l’uno che è più di quelli che lo crearono….. Questo sia il senso e la verità del tuo matrimonio.
Ma ciò che i troppi chiamano matrimonio, questi superflui, come lo chiamo io?
Ah questa povertà dell’anima in due! Questo sudiciume in due! Questo misero piacere in due! Matrimonio lo chiamano loro tutto questo;
E dicono che i loro matrimoni sono sanciti in cielo. Ebbene, io non amo questo cielo dei superflui! No, io non li amo questi animali impigliati nella rete celeste!
Lungi da me il Dio che si accosta zoppicando a benedire ciò che egli non ha unito! ……
Quale figlio non avrebbe motivo di piangere dei propri genitori?
Degno mi era valso quest’uomo e maturo per il senso della terra: ma quando vidi sua moglie, la terra mi parve un ricovero di pazzi. Sì, vorrei che la terra fremesse per lo spasimo, quando un santo ed un’oca si accoppiano.
Questo andò come un eroe in cerca di verità e si guadagna alla fine una piccola menzogna addobbata e la chiama il suo matrimonio.
Quello era scontroso nelle sue relazioni e nelle scelte incontentabile. Ma tutto d’un tratto rovinò per sempre la sua compagnia: e lo chiama il suo matrimonio.
Quell’altro cercava una fanciulla docile con le virtù d’un angelo. Ma tutto d’un tratto divenne lui la serva di una donna e ora sarebbe necessario che egli diventasse anche un angelo.
Accorti trovai finora tutti quelli che comprano, e tutti hanno occhi scaltri. Ma anche il più scaltro compra sua moglie dentro un sacco.
Molte sciocchezze di breve durata questo da voi si chiama amore e il vostro matrimonio mette fine a molte sciocchezze di breve durata, perché è un’unica lunga sciocchezza…..
Ma anche il vostro amore migliore è solo una visione dell’estasi e un doloroso ardere.
E’ una fiaccola che deve guidarvi su più alti cammini. Al di sopra di voi stessi dovete amare!
Solo così imparate ad amare! E perciò dovete vuotare l’amaro calice del vostro amore. Amarezza é nel calice anche dell’amore migliore. Così ti mette nostalgia dell’oltreuomo, così ti mette sete, creatore! Sete al creatore, freccia e anelito all’oltreuomo: parla, fratello, è questa la tua volontà di matrimonio?
Santi sono per me tale volontà e tale matrimonio.”
“Così parlò Zarathustra” di Friedrich Nietzsche
Immagine: Dipinto di Enrico Robusti la società tra dramma e ironia