Immigrati

Sarebbe bello, quando parliamo di migranti africani, oltre a pronunciare, tutti gli insulti e frasi razziste possibili ed immaginabili, o sentire, con le mie orecchie, quando sono stati raccolti i cadaveri a Lampedusa per l’ennesima tragedia del mare:

adesso chi ci ripaga i soldi spesi per tutte quelle casse da morto, perché non li lasciavano in pasto ai pesci”

(queste sono vere frasi vomitevoli pronunciate da italiani) farlo con cognizione di causa.

Pensare di bloccare o regolamentare i flussi migratori è utopico e stupido e quindi non mi meraviglia assolutamente l’accanimento di Salvini.

Per usare le parole di Piergiorgio Odifreddi:

Credere di poter fermare il flusso dell’immigrazione attraverso una sua regolamentazione è tanto stupido quanto sperare di poter fermare la caduta di un masso con una modifica legislativa alla legge di gravità. Il problema viene da una iniqua distribuzione delle risorse enormemente squilibrata a nostro favore, e prima o poi doveva essere riequilibrata: non avendolo fatto noi con le buone, lo faranno altri con le cattive. Ma non facendolo noi abbiamo dimostrato non solo di voler indegnamente mantenere le diseguaglianze ma anche di non aver stupidamente imparato la lezione dalla storia.

George Santayana ” la ragione nel senso comune (1905)” diceva:

Chi non ricorda il passato è condannato a ripeterlo

In ogni caso la storia del Continente Africano, è una storia di saccheggio perpetuato per secoli dalle potenze industrializzate, Italia compresa.

Solo un esempio delle porcate che vengono giornalmente fatte da decenni, per porci delle domande ma se ne possono fare decine: un breve video su Thomas Sankara ed il link del reportage completo di Silvestro Montanaro che per problemi di dimensione non riesco a caricare sul blog.

Link del reportage completo in italiano: https://youtu.be/GPCNq-T7yDY

Di seguito un sunto del pensiero di Thomas e la sua fine:

Burkina Faso!
36 anni fa un piccolo uomo dalla pelle nera sfidò i potenti del mondo.
Disse che la politica aveva senso solo se lavorava per la felicità dei popoli.
Affermò, con il proprio esempio personale, che la politica era servizio, non potere o arricchimento personale. Sostenne le ragioni degli ultimi, dei diversi e delle donne.
Denunciò lo strapotere criminale della grande finanza. Irrise le regole di un mondo fondato su di una competività che punisce sempre gli umili e chi lavora. E che arricchisce sempre i burattinai di questa stupida arena.
Urlò che il mondo era per le donne e per gli uomini, tutte le donne e tutti gli uomini e che non era giusto che tanti, troppi, potessero solo guardare la vita di pochi e tentar di sopravvivere.
Luglio del 1987, in occasione della riunione dell’OUA (Organizzazione per l’Unità Africana) ad Addis Abeba, Thomas Sankara fece sentire la sua voce contro il debito africano.
Le sue idee al non determinato pagamento del presunto “debito pubblico” causarono disagio presso alcuni partecipanti all’assemblea che lo ritenevano un giovane in grado di sconvolgere il gioco di potere vigente in Africa.
Parole profetiche le sue quando disse “Se il Burkina Faso da solo, rifiuta di pagare il debito, non sarò qui alla prossima conferenza. Invece col sostegno di tutti, potremo evitare di pagare, destinando le nostre magre risorse al nostro sviluppo.”
Noi pensiamo che il debito si analizza prima di tutto dalla sua origine. Le origini del debito risalgono alle origini del colonialismo.
Quelli che ci hanno prestato denaro, sono gli stessi che ci avevano colonizzato. Sono gli stessi che gestivano i nostri stati e le nostre economie. Sono i colonizzatori che indebitavano l’Africa con i finanziatori internazionali che erano i loro fratelli e cugini.
Noi non c’entravamo niente con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è ancora il neocolonialismo, con i colonizzatori trasformati in assistenti tecnici anzi dovremmo invece dire «assassini tecnici.»
Quelli che ci hanno condotti all’indebitamento hanno giocato come al casinò. Finché guadagnavano non c’era nessun problema, ora che perdono esigono il rimborso. E si parla di crisi.
Non possiamo rimborsare il debito perché non siamo responsabili del debito. Non possiamo pagare il debito perché, al contrario, gli altri ci devono ciò che le più grandi ricchezze non potranno mai ripagare: il debito del sangue.
È il nostro sangue che è stato versato. Si parla del Piano Marshall che ha rifatto l’Europa economica. Ma non si parla mai del Piano africano che ha permesso all’Europa di far fronte alle orde hitleriane quando la sua economia e la sua stabilità erano minacciate. Chi ha salvato l’Europa? È stata l’Africa.
Il debito è anche conseguenza degli scontri. Quando ci parlano di crisi economica, dimenticano di dirci che la crisi non è venuta all’improvviso. La crisi è sempre esistita e si aggraverà ogni volta che le masse popolari diventeranno più coscienti dei loro diritti di fronte allo sfruttatore.
Oggi c’è crisi perché le masse rifiutano che le ricchezze siano concentrate nelle mani di pochi individui.
Due mesi dopo questo discorso Sankara venne assassinato (15 ottobre 1987) in un colpo di Stato organizzato dal’ex-compagno d’armi e collaboratore Blaise Compaoré con l’appoggio di Francia, Stati Uniti d’America e mercenari liberiani.
Oltre a ucciderlo, tentarono di cancellarne ogni memoria.

ElO

Pensieri di Thomas Sankara

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